E’ il tipico gesto d’attacco del pallavolista. E’ caratterizzata da una complessa azione motoria che ne determina l’efficacia, a tal proposito sarà bene allenarsi a colpire la palla sin da giovanissimi, anche a costo di sacrificare (temporaneamente) una buona elevazione. Bisognerà imparare i tempi di stacco e rincorsa, evitando di trovarsi troppo sotto la palla e, riuscendo a spiazzare le azioni difensive degli avversari che non avranno il tempo di “leggere” il nostro gesto. L’attaccante potrà sferrare una schiacciata in parallela o in diagonale, ma sempre eseguendo un gesto simile, al fine di non essere eccessivamente prevedibile. L’attacco in parallela, poi, potrà spesso portare al cosiddetto “mani-out”, caratterizzato dalla palla che, in seguito alla schiacciata, colpisce il muro avversario e schizza fuori.
Sarà quindi un attaccante di valore colui il quale non cercherà di evitare a tutti i costi il muro, ma riuscirà a giocarci contro! Per far meglio comprendere la complessità di questa azione, in fase di insegnamento, sarà opportuno scomporre ed analizzare individualmente ogni fase che la compone. Partendo dallo stacco e dalla sua efficace elevazione in sincrono con l’azione degli arti superiori, al colpo sulla palla da eseguire prevalentemente con il metacarpo, utilizzando le dita solo come guida.
pallavolo
fatica, sudore e tanto impegno....
mercoledì 5 ottobre 2011
IL BAGHER
Rappresenta la forma di ricezione maggiormente utilizzata, pur potendo oggigiorno ricevere anche in palleggio. La prima regola da osservare, per un’ottima esecuzione, è tenere gli avambracci ben vicini o, se possibile, addirittura attaccati. Lo scopo è fornire un’ampia e piatta superficie di rimbalzo alla palla e, per una sua buona individuazione, bisognerà sviluppare la capacità di prevederne la traiettoria, prima che la palla superi la metà campo. Lo spostamento che l’atleta dovrà effettuare sarà molto rapido e, spesso, anche molto breve, considerando la velocità della palla.
La sua posizione d’attesa sarà dunque vigile e “comoda”, consentendogli rapidi spostamenti, in anticipo sulla palla. Seppur da ricercare, la frontalità con la palla, non sarà spesso raggiungibile. Questo dovrà servire al giocatore per sviluppare la capacità di ricevere in bagher anche lateralmente rispetto al corpo. A tal proposito quindi, sarà utile ricercare un buon ambidestrismo in questa operazione, piuttosto che una spasmodica, e spesso inutile, frontalità.
La sua posizione d’attesa sarà dunque vigile e “comoda”, consentendogli rapidi spostamenti, in anticipo sulla palla. Seppur da ricercare, la frontalità con la palla, non sarà spesso raggiungibile. Questo dovrà servire al giocatore per sviluppare la capacità di ricevere in bagher anche lateralmente rispetto al corpo. A tal proposito quindi, sarà utile ricercare un buon ambidestrismo in questa operazione, piuttosto che una spasmodica, e spesso inutile, frontalità.
IL PALLEGGIO
Il palleggio rappresenta la tecnica più efficace per ottenere un passaggio preciso e l'alzata è la sua massima evoluzione. Il palleggiatore differenzia la sua azione tecnica di palleggio da quelli che possono essere i canoni esecutivi degli altri giocatori. Egli, infatti, per specializzarsi come "regista" deve adattare la tecnica, che deve già essere buona, ad esigenze di tipo tattico. La prima valutazione da compiere, per individuare un giocatore adatto al ruolo d'alzatore, non è di tipo fisico (altezza, efficacia del muro), né psicologica (un leader), né tattica (deve smarcare, fintare). Egli deve, primariamente, saper gestire il palleggio con un'abilità tecnica corretta e deve essere preciso.
REGOLE BASE DELLA PALLAVOLO
La pallavolo (volley) è uno sport giocato da due squadre (di sei giocatori ciascuna) con un pallone, su un campo di gioco diviso da una rete che separa anche le due squadre stesse.
Lo scopo del gioco è vincere ogni singola azione, che dà diritto a un punto, facendo cadere la palla nel campo avversario.
Una squadra vince un punto quando la palla tocca il campo avversario, finisce fuori dal campo dopo un tocco di un avversario, in caso di errore o fallo dell'altra squadra.
Per ogni azione di gioco, la squadra ha a disposizione tre tocchi per inviare la palla nel campo avversario e lo stesso giocatore non può eseguire due tocchi consecutivi.
L'azione del muro non viene conteggiata nel numero di tocchi.
La palla può essere colpita con qualunque parte del corpo, ma non può essere fermata, trattenuta o accompagnata.
La partita è divisa in set che vengono vinti dalla prima squadra che arriva a 25 punti, con almeno due punti di margine dall'altra.
In caso di parità sul punteggio di 24-24 si va avanti ad oltranza finché il margine di una delle due squadre non raggiunge i due punti.
Vince la partita la squadra che per prima conquista tre set.
Nel caso si arrivi a 2 set pari, il quinto set viene chiamato tie-break e viene giocato ai 15 punti, sempre con il vincolo dei due punti di scarto.
Il campo di ogni squadra è suddiviso in zona d'attacco (vicino alla rete) e zona di difesa.
Esiste anche una suddivisione teorica del campo (non ci sono linee che la evidenziano) in sei zone per ogni squadra: si assegna il numero 1 alla zona di difesa a destra, il numero 2 alla zona d'attacco a destra e si prosegue in senso antiorario fino alla zona 6. Vedere la figura in allegato.
La squadra che parte con il possesso di palla è la squadra al servizio, mentre l'altra è la squadra in ricezione. Il giocatore di zona 1 della squadra al servizio si porta dietro la linea di fondocampo effettuando il servizio: la palla deve oltrepassare la rete e giungere nel campo avversario. L'azione continua fino al conseguimento del punto da parte di una delle due squadre.
Se il punto è assegnato alla squadra già al servizio, questa continua a servire.
Se la squadra in ricezione vince l'azione, conquista oltre al punto anche il diritto a servire e i suoi giocatori ruotano di una posizione in senso orario.
I giocatori di seconda linea (posizioni 5, 6 e 1) se si trovano nella zona di attacco non possono inviare la palla nel campo avversario se la colpiscono quando si trova sopra l'altezza della rete: possono però inviarla nel campo avversario se la colpiscono sotto l'altezza della rete o se la colpiscono mentre staccano dalla zona di difesa
Lo scopo del gioco è vincere ogni singola azione, che dà diritto a un punto, facendo cadere la palla nel campo avversario.
Una squadra vince un punto quando la palla tocca il campo avversario, finisce fuori dal campo dopo un tocco di un avversario, in caso di errore o fallo dell'altra squadra.
Per ogni azione di gioco, la squadra ha a disposizione tre tocchi per inviare la palla nel campo avversario e lo stesso giocatore non può eseguire due tocchi consecutivi.
L'azione del muro non viene conteggiata nel numero di tocchi.
La palla può essere colpita con qualunque parte del corpo, ma non può essere fermata, trattenuta o accompagnata.
La partita è divisa in set che vengono vinti dalla prima squadra che arriva a 25 punti, con almeno due punti di margine dall'altra.
In caso di parità sul punteggio di 24-24 si va avanti ad oltranza finché il margine di una delle due squadre non raggiunge i due punti.
Vince la partita la squadra che per prima conquista tre set.
Nel caso si arrivi a 2 set pari, il quinto set viene chiamato tie-break e viene giocato ai 15 punti, sempre con il vincolo dei due punti di scarto.
Il campo di ogni squadra è suddiviso in zona d'attacco (vicino alla rete) e zona di difesa.
Esiste anche una suddivisione teorica del campo (non ci sono linee che la evidenziano) in sei zone per ogni squadra: si assegna il numero 1 alla zona di difesa a destra, il numero 2 alla zona d'attacco a destra e si prosegue in senso antiorario fino alla zona 6. Vedere la figura in allegato.
La squadra che parte con il possesso di palla è la squadra al servizio, mentre l'altra è la squadra in ricezione. Il giocatore di zona 1 della squadra al servizio si porta dietro la linea di fondocampo effettuando il servizio: la palla deve oltrepassare la rete e giungere nel campo avversario. L'azione continua fino al conseguimento del punto da parte di una delle due squadre.
Se il punto è assegnato alla squadra già al servizio, questa continua a servire.
Se la squadra in ricezione vince l'azione, conquista oltre al punto anche il diritto a servire e i suoi giocatori ruotano di una posizione in senso orario.
I giocatori di seconda linea (posizioni 5, 6 e 1) se si trovano nella zona di attacco non possono inviare la palla nel campo avversario se la colpiscono quando si trova sopra l'altezza della rete: possono però inviarla nel campo avversario se la colpiscono sotto l'altezza della rete o se la colpiscono mentre staccano dalla zona di difesa
LA STORIA
La Pallavolo nasce negli Stati Uniti nel 1896, assieme al cinema, ai fumetti ed alla prima Olimpiade.
Fu inventata dall'americano William G. Morgan, coordinatore di educazione fisica dell'YMCA del Massachussetts, che la descriveva come "un gioco che si può praticare in palestra o all'aperto e che consiste nel lanciare una palla da una parte all'altra di una rete; gli avversari debbono impedire che la palla tocchi il suolo". Negli Stati Uniti il nuovo gioco, originariamente chiamato "Mintonette" si diffonde con grande difficoltà e scarso entusiasmo; impiega più di tre anni per arrivare a Cuba, ma contagia, invece, l'America del Sud: Brasile, Uruguay, Messico, Argentina abbracciano con grande entusiasmo la nuova disciplina sportiva.
In Oriente la Pallavolo arriva prima nelle Filippine, portata da un altro professore dell'YMCA, Helwood Braun. Fu l'inizio di quella che venne chiamata "la grande adesione gialla". Si giocava a pallavolo in Cina, nelle Coree, allora unite, in Giappone.
In Europa arriva sugli incrociatori americani che sbarcano in Francia insieme ai soldati della Grande Guerra (1914-1918). La Pallavolo era stata inserita nei giochi di svago della truppa.
In Italia arriva nel 1917-1918 a Porto Corsini, vicino a Ravenna. Gli Americani mostrano il nuovo gioco in un hangar della base per idrovolanti: la guerra finisce, gli americani tornano a casa, ma la Pallavolo resta e dalla Francia comincia a diffondersi in tutta Europa.
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